Testimonianza di Lucia di Italia

A febbraio 2015 ho conseguito la laurea magistrale in Scienze Religiose con una tesi dal titolo “Pier Giorgio Frassati raccontato ai bambini attraverso le Beatitudini – Le Beatitudini spiegate ai bambini attraverso Pier Giorgio Frassati”. La mia tesi non nasceva dal voler parlare delle beatitudini – interesse che si è sviluppato successivamente, di pari passo con la mia ricerca – né dall'aver sentito parlare di Pier Giorgio da ragazza, ma era cresciuta con me, fin da quando ero bambina. 

Pier Giorgio è stato beatificato domenica 20 maggio 1990, io avevo tre anni. Mio zio Guido lasciandosi ispirare da quel giovane eccezionale, scrisse in quell'occasione il suo primo musical dal titolo: Un santo vero per amico. Inventò il copione, compose le musiche e i testi delle canzoni. Poi mi chiese di farne parte – cioè, per la verità lo chiese a mia mamma, sua sorella – così mamma, papà, mio fratello ed io diventammo la famiglia Frassati nella prima scena dello spettacolo: il padre Alfredo e la madre Adelaide coi figli, ancora bambini, Pier Giorgio e Luciana. La mia battuta: «E poi abbiamo tirato le pigne alla zia Elena!» riecheggia ancora nella mia testa! 
Inutile dire che allora – abbiamo fatto più di quindici repliche tra il 1992 e il 1993 – non capivo nulla di quello facevo e delle battute che recitavo: per me era tutto solo un gioco. Però ricordo tutte le persone del cast che ci – a me e mio fratello: le due mascottes del gruppo – volevano bene, le prove in teatro, mamma che mentre stirava ci faceva provare le canzoni.
Ricordo anche Luciana Frassati, nella villa di Pollone: un salone immenso, molto buio, e questa donna anziana e piuttosto burbera seduta – credo – in carrozzina. Ero in casa di Pier Giorgio, per conoscere sua sorella. 
La replica dello spettacolo a Roma! Che emozione poter dire: «Ho recitato a Roma!». Anche se, per essere onesti, di quei giorni ricordo solo il viaggio in pullman: era notte e mamma voleva che mio fratello ed io dormissimo, ma erano solo parole al vento.

Sono passati quasi trent'anni e porto sempre nel cuore questi ricordi di bambina: pochi, ma vividi ed emozionanti. Da adolescente iniziai a leggere libri su Pier Giorgio e la sua storia cominciò ad assumere per me fisionomia sempre maggiore cosicché anche le canzoni che avevo imparato da bambina acquistavano sempre più senso. 
Sabato 7 aprile 2001 partecipai alla mia prima Veglia in traditione Symboli, nel Duomo di Milano. Ricorreva il centenario della nascita di Pier Giorgio e alcuni attori di Un santo vero per amico erano stati invitati a cantare alla Veglia. 
Nell'estate del 2004, nella cappella di fianco al rifugio Gnifetti, sul Monte Rosa, presi un'immaginetta di Pier Giorgio, che emozione incontrarlo a 3650m! 
Nell'agosto del 2010, in Marocco, coccolando i neonati dell'ospedale di Meknes, frate Pietro – che era stato il protagonista del musical – ed io cantammo Tanti auguri ai bambini che nascono, la canzone di Un santo vero per amico nella scena che rappresentava Pier Giorgio in visita ai bambini malati dell'ospedale Cottolengo. Prima della canzone era bastato uno sguardo d'intesa tra noi: «Anche Pier Giorgio visitava i bambini in ospedale!». 
Nel 2012 e 2014 ho rivisitato il Santuario della Madonna di Oropa, meta preferita di Pier Giorgio, la sua Torino e la sua parrocchia.
Per tutti questi motivi ho voluto scrivere del beato Pier Giorgio Frassati e perché credo fermamente che le figure dei santi tocchino il cuore dei bambini molto più di quanto i grandi si aspettino.

Poche settimane dopo la laurea e parecchi anni dopo la prima visita, sono tornata a Pollone, in casa Frassati. Quello che da piccolina mi sembrava un salone immenso era in realtà l’ingresso di casa. Ho riconosciuto il rosario di semi, il crocifisso di avorio e altri oggetti di cui Pier Giorgio e Luciana parlavano nei loro scritti. E attraverso questi oggetti ho parlato di Pier Giorgio agli amici che erano con me: i giovani dell’AC Ambrosiana.

-Lucia